Disturbi del comportamento alimentare

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) costituiscono oggi una vera e propria epidemia sociale: anoressia e bulimia nervosa sono le manifestazioni più conosciute ma non le uniche. Negli ultimi anni, il disturbo da alimentazione incontrollata, l’ortoressia e vigoressia hanno visto una rapida diffusione.

Questi disturbi, oggi meglio definiti disturbi dell’alimentazione e nutrizione, sono primariamente malattie della sfera psicologica con manifestazioni che interessano anche la sfera alimentare: è quindi essenziale, nel processo di cura, un approccio multidisciplinare e integrato.

I DCA sono prevalentemente diffusi nella cultura occidentale, coinvolgono maggiormente il sesso femminile con esordio tra i 15 e i 19 anni, anche se alcune osservazioni cliniche hanno segnalato un aumento dei casi a esordio precoce e molto precoce nei bambini (dati Ministero della Salute). Questa epidemia sociale sta evolvendo sempre di più soprattutto negli ultimi anni in cui, causa pandemia globale di Covid-19, il numero di persone con disturbi del comportamento alimentare è aumentato del 30 %. Si è inoltre osservato che, in coloro che avevano già sofferto di questi disturbi, ci sono state grosse ricadute e riacutizzazioni legate allo stress della pandemia e l’impossibilità di condurre una vita “normale”.

Il ministero della salute dichiara che su 100 ragazze in età adolescenziale, circa 10 soffrono di qualche disturbo collegato all’alimentazione, 1-2 soffrono di forme più gravi come l’Anoressia e la Bulimia, le altre in manifestazioni cliniche transitorie e incomplete. Sono dati molto preoccupanti che necessitano della giusta attenzione. Nei soggetti con DCA si parla di egosintonia con il disturbo, cioè la propria condizione non è vissuta come un disturbo o una malattia da curare, bensì come una propria scelta di vita. Qui la difficoltà nella cura e l’importanza di un approccio multidisciplinare.

 

COSA POSSIAMO FARE?

Imparare a riconoscere i primi segnali di sofferenza e i comportamenti disfunzionali permette di poter intervenire il prima possibile.

Saltare i pasti, mangiare in solitudine, eliminare intere classi di alimenti, evitare occasioni sociali, cambiamenti repentini di umore, attività fisica intensiva, abbigliamento largo, eccessiva attenzione alla propria immagine allo specchio, etc.

Questi sono solo alcuni dei tanti campanelli di allarme che possono indicare l’esordio di un disturbo del comportamento alimentare.

 

COSA FA IL NUTRIZIONISTA IN QUESTO CASO?

  • Educazione alimentare, così da poter modificare alcune credenze relative ad alcuni alimenti o scelte alimentari.
  • Ri-costruire delle abitudini alimentari, impostare una routine da seguire così da ripristinare la fisiologica sensazione di fame e sazietà.

 

L’obiettivo è arrivare a “fare pace” con il cibo e con il corpo, imparando ad affrontare i cambiamenti, accettandoli e apprezzandoli.

Non si tratta di una terapia psicologica, ma di un approccio nutrizionale che va a integrare, in ottica appunto multidisciplinare, le restanti e necessarie terapie (psicologica e/o farmacologica) eventualmente già in essere o da iniziare.